E’ passato tanto tempo, questo racconto l’ho scritto per il tanto amore che si può dare e ricevere. Accompagnavo mio figlio al canile voleva prendere un cane, mi portava per avere un consiglio. Il canile era grande con vari settori dai cuccioli agli adulti gli anziani poi venivano i malati tutti aspettavano di essere adottati ma cerano anche i rassegnati. Una varietà di razze incredibile ma tutti con la tristezza negli occhi. Mio figlio incontrò un amico e si misero a parlare ne approfittai per gironzolare fra le gabbie appena mi vedevano le povere bestiole guaivano, abbaiavano forse per attirare l’attenzione non perdevano la speranza di poter uscire, udirli e vederli era straziante li avrei presi tutti ma era impossibile ,stavo tornando sui miei passi quando vidi Vincenzino un cagnolino di piccola taglia dentro a un pagliaccetto rosso portato con dignità silenzioso non un lamento mi fissava con i suoi occhioni marroni con le orecchie basse in segno di devozione e sottomissione quasi a farmi capire della sua natura buona. Fu amore a prima vista con una storia incredibilmente triste, era stato lasciato vestito cosi da un signore che per motivi di salute si era ricoverato all’ospedale, essendo solo chiusa la casa aveva lasciato Vincenzino ai cancelli della Muratella per paura che non glie lo avrebbero preso data l’ urgenza con gran dolore l’aveva abbandonato li con la speranza che l’avrebbero preso. Andò bene l’accolsero era già passato un mese da quel giorno e lui continuava a tenersi in dosso l’abitino, forse sentiva l’odore delle mani del padrone che amorevolmente lo vestiva, non voleva toglierlo, gli addetti del canile lo lasciarono cosi sicuramente col tempo se lo sarebbe fatto togliere. Riuscii a fargli una carezza e poi un altra e ancora mentre lui scodinzolava e mi baciava le mani era ormai nel mio cuore ed io nel suo. Gli dissi Vincenzino fermo lì e gli scattai una foto, poi di corsa raggiunsi mio figlio Andrea gridai ho trovato il cane vieni ti prego ci aspetta…infatti era ancora la in posa come nella foto, il suo sguardo stregò anche mio figlio lo prese in braccio e sbrigate alcune carte uscimmo dal canile in tre. In macchina e poi a casa. Si abituò subito eravamo ormai la sua famiglia il pagliaccetto rosso fu tolto presto, ora aveva nuovi genitori le orecchie le abbassa ogni tanto ma era molto felice. Fu un bellissimo periodo, la tenerezza e l’amore erano entrati in casa mia. Vincenzino è vissuto molti anni dopo di lui non ho voluto più animali si prova un dolore troppo grande quando mancano. Mi rimane sempre il tanto amore e rispetto che ho per loro e credo senza ombra di dubbio che sono molto meglio degli uomini.
Mirella Narducci
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