Un giorno ero sicura delle mie certezze, man mano che il tempo passava diminuiva la mia forza, aumentavano le paure ciò che sembrava ben fatto non lo era più. Ho sondato me stessa scrivendo quello che sento, mi racconto… la mia penna è la mia anima, mi sento esiliata dai cuori sempre in un crescendo altalenare che proiettava l’animo mio nella confusione più totale. Mi chiedevo alla vigilia di ogni battaglia qual’era la via giusta, sono stanca di sbagliare, penso che il tempo del mio riposo sia giunto, non ho voglia di maestri sapienti che mi dicano cosa devo fare e ciò che non devo fare. Il silenzio che ferma il mondo mi rapisce mi nasconde in prigioni dorate che abbagliano e confondono con miraggi che vanno e vengono e si appropriano della coscienza. Eppure ci sei con tutta la tua semplicità, il tuo amore, la tua fedeltà ma questo non basta sirene malvagie cantano una melodia che affascina l’uomo da sempre, intrecciano chimere dove anche il nocchiero più esperto va a naufragare. Come puoi tu cambiare il mondo, fragile, indifesa, sola nel tuo pensare, nel correre dietro ai giorni che segnano il fisico e l’anima che vede ancora con occhi di fanciulla gli anni di una vita che l’esperienza ha plasmato e tutto ha coperto con veli di rimpianti. Imparerò a vincere l’angoscia che mi rende triste perché” incompresa” parola che solo scrivendola mi intimorisce e mi spaventa… è solo un concetto perché io voglio appartenere al mondo, essere presente, attiva. Scioglierò i lacci immaginari che mi legano, libererò le mie idee i miei slanci, le mie frasi, mi costerà tantissimo ma è il prezzo della libertà, col tempo sarò più sicura nell’essere come sempre sono stata… me stessa.
Mirella Narducci
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