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LA PANTERA

Belva dietro grosse sbarre
mi fissava…
Curioso vedere
come reprimesse
la sua ira.
Come controllasse
il suo istinto.
La sua primitiva ferocia
esuberante e rozza
s’intuiva anche se rimaneva
ferma statua nella gabbia.
I suoi occhi gialli
riflettevano nelle mie pupille
avrei voluto carpirne l’intensità
e ciò che nascondevano.
Grottesco il significato
dove la mia ragione avrebbe vacillato.
Capire i suoi deliri, le sue paure
dove un umano non era giunto mai…
In fondo alla sua anima.
Non potei guardare nei suoi occhi
il ragno dell’impossibile aveva tessuto
rapido la sua tela.
Troppa la distanza la belva
sarebbe rimasta l’animale feroce
conclamato mentre io col mio amore
velavo di poesia la sua immagine.

Mirella Narducci

Published inpoesie

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