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UN DETECTIVE IN GONNELLA

Chi è Gabriele Carlini? Un medico ora in pensione, aveva fatto parte di un ekip di medici all’ospedale psichiatrico della sua regione. Oggi non ci sono più i manicomi, la legge li ha aboliti, ma lui ne ricordava i drammi che avvenivano in quel luogo di dolore. I pazienti per lo più poveri cristi, soli e abbandonati dalle famiglie subivano prove tremende. Nel tentativo di curarli venivano sottoposti a esperimenti medici che a volte peggioravano la malattia.Il dott.Carlini era fuori, in pensione, trascorreva le sue giornate in tranquillità, aveva messo il camice bianco al chiodo. Voleva godersi il resto dei suoi giorni con la sua gatta Esmeralda (micia dagli occhi verdi). A ricordargli il passato era la vicina di casa, nel suo stesso pianerottolo, una giovane infermiera tirocinante, conosciuta all’ospedale, non l’aveva più vista ma ironia della sorte aveva scoperto che abitava nella sua stessa palazzina. Si chiamava Rita, una ragazza molto sveglia, che aveva verso di lui un atteggiamento molto reverenziale. Eccedeva nella curiuosità, sapeva tutto di tutti, a volte poteva essere invadente ma anche utile in determinate situazioni. La palazzina anche se signorile non aveva portiere, i condomini erano persone di una certa età, cosi Rita era diventata l’amministratrice a lei nulla sfuggiva. Era prossimo il compleanno di Gabriele, le sue primavere erano molte e non desiderava festeggiare, i nuovi giorni non gli regalavano progetti futuri, il suo tempo era trascorso.Chi invece si dava da fare era Rita, aveva allertato tutta la palazzina. La grande amicizia che aveva con il medico l’aveva autorizzata ad organizzare una festa si era fatta dare le chiavi e avrebbe addobbato e pensato al catering si sarebbe occupata lei di tutto. Ebbe carta bianca, Gabriele doveva rimanere fuori città per due giorni. La giovane si mise subito al lavoro per organizzare l’evento nel modo più brillante.La mattina prima della festa a Rita si presentò uno spettacolo agghiacciante la micia Esmeralda, forse uscita di soppiatto si trovava morta davanti alla porta del dottore, e sul ventre con vernice rossa una scritta”Tu sei il pazzo”. Una minaccia che non si aspettava, lui era un uomo mite, forse l’ambiente che aveva frequentato non era dei più sani. Il primo pensiero andò ai malati che aveva curato, ma erano davvero tanti che prese a fargli male la testa. La nostra infermiera detective cercava tracce per scoprire chi aveva ordito questa lugubre azione e scritto una assurda lettera che annunciava un esecuzione, la cui vittima designata era il medico. Arrivò la sera e la festa. Tra amici, conoscenti e pazienti guariti se ne contavano una ventina.Rita elegantissima maestra di cerimonia dirigeva tutto, si vedeva che era anche un po’ innamorata del medico, si prendeva cura di lui stando attenta che non gli succedesse niente di strano. Arrivò il catering e uno stuolo di camerieri, Rita li esaminò tutti..erano apposto, ma il numero non era completo, svelta si diresse verso un uscio accostato, quello del bagno, sullo specchio una scritta rossa diceva “MORTE”.Agitata senza darlo a vedere si diresse nella sala, due occhi da pazzo le fecero capire che quello era il tipo pericoloso, la conferma fu una macchia rossa sulla manica bianca della giacca. La giovane non perse tempo con una mossa infermieristica bloccò i polsi del matto, che lasciò cadere un coltello e con una pressione sul collo riuscì a neutralizzarlo. Il bello è che Gabriele non si accorse di nulla intento a parlare con i suoi amici. Solo dopo il racconto di lei si rese conto di quanto la dolce impicciona fosse stata provvidenziale. Le fu riconoscente scrivendo sul suo curriculum quanto fosse brava, dando così ottime referenze per quel posto da infermiera in una clinica privata di prestigio a cui lei teneva tanto.Per Gabriele un altro anno in più…felice di averla scampata brindò al futuro, che ancora lo voleva con lui.

 

Mirella Narducci

Published inracconti

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