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RACCONTA… RACCONTA

E’ proprio il tempo giusto per addentrarmi in un paese piccolissimo. Poche casine raggruppate fra loro come un grappolo d’uva.Fra queste ce n’era una in particolare fatta con corteccia d’albero, particolare era anche l’anziana signora che l’abitava. Aveva un viso dolce due occhi chiari come il cielo amava gli animali e dipingeva fiori. Le faceva compagnia un grosso cane buono ma all’occorrenza mostrava i denti. Spesso accompagnava la sua padrona nel bosco a raccogliere erbe magiche che curavano anche mali inguaribili.Si era sparsa la voce che fosse una fata, che conosceva gnomi e folletti e che poteva parlare con loro. Be se non fosse una favola la definiremmo pazza, ma lei non se ne curava le sue abitudini anche se un po bizzarre rientravano nella norma delle dolci vecchiette…Era quasi ora di pranzo e un leggero toc…toc colse di sorpresa la vecchina che lesta si affrettò ad aprire. Una bimba impaurita entrò velocemente – Scusami nonnina mi chiamo Isabel- e tutto d’un fiato le narrò della ragazzina malefica che le aveva intimato di non tornare più nel bosco perche quel luogo era suo. La fata seria le disse, di non aver paura perche quella che aveva visto era un anima in pena, tranquilla preparerò una pozione che le donerà la pace, solo che devi fargliela bere tutta. La fata si avvicinò ad una pentola di ceramica e iniziò a mescere lacrime di cuore, note cromate di musica dolce, gocce di miele, un cucchiao di rosolio, un grosso bicchiere di nettare d’amore, unì… frammenti di letizia, carezze, spicchi di perdono e in ultimo un cuore di colomba. Il filtro era pronto partirono nel pomeriggio decise a spezzare il maleficio che avvolgeva la ragazza del bosco. Trovarono la rupe, con la croce e il nome inciso Rosy. Va disse la fata io ti aspetto qui dietro al cespuglio, offrile il filtro messo dentro una bottiglina preziosa e bada che lo beva tutto. Isabel tremante si avvicinò al luogo dove l’ultima volta Rosy si era materializzata, dopo poco apparve inferocita e l’apostrofò -Ti avevo detto che non dovevi più venire! – Isabel fece gli occhi più dolci che poteva e le offri di fare un brindisi prima di dirsi addio per sempre. Accettò era troppo invitante la preziosa boccettina. Rosy bevve il filtro magico e di lì a poco si tramutò in un angelo e volando via gridò – Grazie amica mia – Ridendo Isabel a cavalcioni al grosso cane con la vecchina tornò al paesello, ormai il bosco non faceva più paura, il miracolo della bontà aveva ricondotto un anima al paradiso, il perdono aveva cancellato l’ingiustizia subita. Non c’è nessuna mappa che indichi il paesino della fata, solo io ce l’ho qui nella mente si chiama FANTASIA.

Mirella Narducci

Published inracconti

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