Ho aperto stanze
chiuse da tanto tempo.
La maniglia dorata
pareti con quadri
rimasti appesi…..
colori intensi, gialli
di messi al sole.
Blù di cieli impazziti.
Neri di fuligginose
case dimenticate.
I muri, tavolozze di colori
che risvegliavano i sensi.
Aprivo un’ altra porta…..
imperiosa una musica d’organo
mi trascinava nelle volte sacre
di una chiesa, sul pavimento
spartiti con su impresse note soavi.
Dolci pastorali facevano scendere
gli angeli dai marmi dorati
la stanza piena di suoni imponenti
sembrava il Paradiso con i suoi Santi.
Ancora un altra stanza
e il ricordo mi faceva esplorare
la camera del cucito
dove una mano ferma imbastiva
un ricamo e punto dopo punto
le figure prendevano forma
rendendo ricca la stoffa.
Mano di madre piena d’amore e pazienza.
Nell’ultima stanza già dalla soglia
s’avvertiva profumo di lavanda
luminosa calda di vapori
dove il ferro da stiro tra canti
e nuvole gassose metteva in ordine
un esercito di panni.
Bello aprire le stanze dei ricordi
è un emozione dove il cuore
stanco…. si lascia accarezzare.
Mirella Narducci
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