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AVATAR

Il personaggio di questa storia, non è una persona in carne ed ossa, ma lo potrebbe essere.E’ un avatar, rappresenta un po la nostra copia o meglio quello che vorremmo essere, ci accompagna nei percorsi tortuosi dell’anima, ci dona il coraggio che non abbiamo, la libido nascosta che non emerge mai perché sconveniente. Lui o Lei appaiono agli altri in tanti modi diversi, giusti o sbagliati e delle volte estremamente veri . Tornando al mio avatar femmina la chiamerò Simona. Nasceva in un uggioso pomeriggio quando una annoiata signora decise cosi per gioco di entrare in una chat. Dallo schermo buio di un pc invitanti nomi con a fianco lucine rosse e verdi,iniziarono a lampeggiare senza pensare ne aveva cliccata una verde e una scritta apparve all’istante -“Ciao”- impertinente continuo –“Scusa sei una mummia?” – La provocazione ebbe successo e l’avatar rispose-“Ciao”- Di rimando ci fu una risata -“ah ah ah credevo di parlare al muro, piacere Massimo” pausa.“Piacere Simona” – Il gioco iniziava se voleva divertirsi doveva mentire anche se le menzogne assumevano proporzioni assurde alla fine poteva sempre troncare quella conversazione .Il nick, Simona era pronto a tutto, aveva la chiave dell’inconscio, fra i fantasmi avrebbe cercato il più seducente, le cui parole facevano sognare e davano piacere, per avere in cambio sogni. Con lei si raggiungevano orizzonti sconosciuti, le sue parole sottili lame, cesellavano le zone d’ombra di una vita spenta, separandole dalle luminose esistenze della fantasia. Il gioco si faceva confidenziale e l’avatar incarnato da Simona, cominciò ad intuire che rubava l’ingenuità del ragazzo che la seguiva nelle sue rocambolesche avventure, credendo alle avvincenti storie che gli raccontava. Simona nella chat diventava forte, capricciosa, dolce, stringeva la sua vittima in spire sempre più strette.Raccontava della sua sensualità prorompente, l’arricchiva di aneddoti piccanti, mutevole come la luna, intrecciava litigi furiosi e il sarcasmo del povero Massimo veniva cancellato con la minaccia ricorrente di sparire e di non cercarlo più. Un giorno il risentimento di lui esplose stanco si sentiva usato e mise alle strette Simona le comunicò che doveva partire e che gli avrebbe fatto immenso piacere incontrarla nella realtà e scoprire quale angelo si celava ai suoi occhi. Era arrivato il momento di una decisione, un bivio, una strada da scegliere… rivelare che le emozioni erano state provocate da un robot e che quell’innamoramento non era altro che un sintomo di una mancanza di affetto, un sadico divertimento che aveva bruciato entrambi. La love story doveva finire era diventata un bozzolo che si faceva sempre più stretto l’avatar non poteva comprendere che era un gioco crudele, un duello di sentimenti che non gratificava nessuno…Solo lei Simona aveva generato quest’inferno. L’avatar doveva sparire, venne cancellato una sera una piccola frase sul monitor diceva “Massimo, non ti dimenticherò mai!” le lucette si spensero….L’autrice del gioco con mani tremanti aveva spezzato il filo che univa Simona a Massimo, i cuori in quell’istante si frantumarono. Seduta davanti a me, nei riflessi freddi del monitor il mio avatar Simona non mi somigliava affatto le avevo trasmesso una vita brillante dissoluta, ora come una marionetta senza fili mi guardava attonita, bambola senza anima sembrava aspettare un altra madre che la nutrisse con l’amore della prima, pronta per un cammino diverso rappresentando altri ruoli, altre storie. Ma nascendo dal mio grembo figlia unica prediletta, non portò più nomi scese nell’oscurità dell’oblio da dove era venuta…in fondo lei non aveva mai dovuto scegliere… quella non era mai stata la sua vita!

Mirella Narducci

Published inracconti

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