In una notte di guerra nel mio granaio trovai un giovane ragazzo, pallido come un uccello sperduto, che avrebbe avuto si e no 18 anni. — Ho fame disse. — Sei fortunato!….E’ rimasta un po di minestra e un po’ di pane. Mangiava anzi trangugiava con avidità… il mio cuore gioiva nell’aiutare, non pensavo al pericolo o che fosse un disertore. Mingherlino svuotò le tasche del suo giaccone dalle poche melucce acerbe raccolte nei campi. Volle lustrarsi le scarpe, indossò una camicia fresca, rideva come un ragazzino che fa un gioco troppo grande per lui. Un velo di pianto passò nel mio sguardo ad un tratto mi gettò le braccia al collo dicendomi – Grazie non sapevo dove andare (Pensai a sua madre.) – Bevi ancora un bicchiere, pane non ne ho più. Fumò l’ultima cicca… poi gli misi in testa il suo berretto e i suoi occhi nell’ombra si accesero. La gioia dei vent’anni è corsa come un brivido a ricordarmi, perché si deve morire così giovani! Mi salutò con uno sguardo intenso e un sorriso dicendomi – Tieni le mele, non sono tanto buone…e scomparve.
Mirella Narducci
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