Sapevo di essere sveglia
seduta in cima a un pianeta
senz’acqua…
affogavo in un’ombra
non trovandone la profondità.
Il cielo mi cadeva addosso
coprendomi di polvere di stelle
fu come morire.
Tu mi camminavi dentro
eri in me e il mondo
si sbriciolava
in tanti coriandoli.
Archiviate le emozioni
spese al mercato della vita…
indifferente alle carezze
ai richiami non mi destavo
continuavo a perdermi
nei meandri dell’immaginario.
Giardini di gelsomini
frutti infiniti del Paradiso.
Le fiammelle delle candele
si agitarono senza vento
era giorno avrei aperto
gli occhi in questo mondo
scialbo che solo l’esclusivo
tocco di un artista poteva
colorare con la fantasia.
Mirella Narducci
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