Coi gomiti avvitati
al davanzale
come in un palco
di velluto
mi guardavi andar via.
Un blues dal giradischi
intonava una musica triste.
Non uno sventolio di mano
nè il mio nome gridato
solo silenzio
un’ intelaiatura
di pensieri mi seguiva.
Tutto passa…
tu sai che mi ferisci
la mia voce è rimasta
in una torre di vetro
nel teorema di un prisma
in una scatola di legno
il mio amore è lì dentro
prigioniero.
Hai perduto il cuore
nell’aria estranea
d’una nuova vita.
Lasci che il destino
mi porti via lontano
per una strada ferrata
la piega del labbro
sul vetro del finestrino
non ti intenerisce.
Dopo il fischio del treno
saremo solo due estranei.
Mirella Narducci
Be First to Comment