Poggia la fronte
sulla rotondità
del ventre gravido.
Un fremito agita
il piccino…scalcia
coi gomiti aguzzi
è impaziente.
Lo invito a parlare
dice: Sono orgoglioso
di essere frutto
della sua carne
stanco i suoi reni
le arterie con sbalzi
acrobatici per curiosità.
Basta sentirla su di me
come un cappotto
voglio vederla…
rotolare fra le sue mani
sul suo soffice seno bianco
come quello degli angeli.
Ho premura di uscire
arrampicarmi al suo collo
e sentirne il dolce profumo.
Silenzio…niente più colpetti
s’è addormentato il pupo
rannicchiato nel calmo
mare della mamma in attesa.
Mirella Narducci
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