Siamo ricchi di niente
il nostro piccolo
o grande nido
è un ramo d’albero.
Dalla sua altezza
lo sguardo
oltre le palpebre
mira lontano.
Incontra castelli
miraggi impossibili
che il tempo ghermisce
e sprofonda nella voragine
costruita nel cuore.
Le pene ci appartengono
la gioia ci viene data
come il pane dell’anima.
La memoria nostro scrigno
conserva intatto il ricordo
di un mondo senza paure
dove vivere e crescere.
Le stelle di questo universo
sempre meno conosciuto
e lontano ci dettano
una preghiera unica
e sola invocazione.
Torniamo ad essere uomini.
Mirella Narducci
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