Tempo ingrato
ti lasci guardare
mentre scivoli
granello di sabbia
nella vecchia clessidra.
Ti sei portato via
l’età del piacere
consumato tumulti
lasciando cadere gemendo
l’ultimo granello
e l’ultimo sospiro.
Dov’è il nostro destino
nell’infinito nella speranza
che ogni cosa caduca non sia.
Taglio a fette sottili le ore
perché durino qualche istante di più.
La carta diventa ruvida
le virgole pizzicano
sono stanca…ha vinto
col suo ticchettio.
Il sonno mi scivola addosso
la mano più non tocca il foglio.
Presto sarà domani.
Mirella Narducci
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