Ci sentiamo sovrani
in un mondo che non ci appartiene.
Noi metà polvere e metà inadatti
lasciamo che il male serpeggi
negli occhi dei poveri dementi
che impazziti osservano i tigli del parco.
Il male plastico di chi agonizza
mostra il dolore paludoso
dai confini incerti
che non recintano
la natura del male che dilaga.
Una battaglia e riconquista
della dignità l’onore delle armi
che il dolore non concede
e rovescia ogni verità.
I pensieri confusi rimbalzano
si urtano e senza risposte
scatenano pena e rabbia.
L’ esistenza pregna del male
lascia affiorare la speranza
senza la quale l’angoscia stessa
non avrebbe senso.
Mirella Narducci
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