Roma di secoli fa
bella e ruffiana
dove le donne
con occhi assassini
affacciate alle finestre
curiose e ciarliere
si davano del tu
con le ciociare.
Le s’ore Lelle
e le s’ore Cecilie
quasi rovesciate
in su la strada
cantavano sonetti
arguti e assai pepati.
Viva la Roma papale….
dove se magna
e se beve e non se paga
che a sbornia passata.
Nessuno s’azzarda
a dir la verità sfacciata….
al papa-re che dominava.
Ha perduto la sacralità
con gli sconci e blasfemi
linguaggi della plebe romana
stufa e libertina.
Un’ inferno visionario
dove sprofonnano
fatti di gola e di sesso….
Er bullo passeggia
col coltello arrotato
e il rosario in saccoccia.
Tempi bui…
dove una statua parla
con epigrammi e motti sagaci.
Mirella Narducci
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