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C’ ERA UNA VOLTA UN RE

C’era una volta un Re….
Così iniziano tutte le favole dalle più antiche a quelle più moderne. Ai giorni nostri di Re ne rimangono ben pochi, ormai stanno scomparendo dalla storia. Nel mondo ci sono meno di trenta monarchie, il titolo di sovrano in pochi riescono a meritarlo. I nuovi principi fanno matrimoni borghesi, non c’è più il bel sangue blu a scorrere in queste famiglie, le consorti sono attrici, o donne comuni separate, divorziate con prole a carico. Non rimane della monarchia che il fascino di altri tempi. Torniamo al nostro Re, dei nostri giorni, quello che emula il mitico Re Mida, ingordo e avido di ricchezze. Già come lui ce ne sono tanti, mai sazi di riempire i loro forzieri, che farebbero di tutto per diventare sempre più ricchi. Non pensate che siano felici, come il nostro Re Mida che ogni cosa che toccava si tramutava in oro, quale più atroce condanna fu quel dono per soddisfare la sua bramosia. Tutto diventava oro; uomini, animali, cibo, figli…questa esagerata ricchezza si tramutò in una maledizione. Per fortuna nella sua favola, a Re Mida tutto fu perdonato e tornò alla normalità, da quel giorno detestò anche il colore del prezioso oro. Questa favola si sposa con un’ altra storia, quella dove  il  Re è uno straccione, che alle ricchezze preferiva la povertà, ai privilegi la carità, e al suo tocco tutto si tramutava in vita. Ai lebbrosi dava assistenza, ai moribondi la pace, ai poveri il pane, agli uomini le preghiere era il Re dei poverelli San Francesco d’Assisi, l’unica ricchezza era il suo amore. Quale Re poté mai esprimere la sua potenza con la sola forza dell’amore? In questo secolo non ne vedo nessuno, ed  è  appropriato dire…C’era una volta un Re.

Mirella Narducci

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