Ho immaginato
la mia anima
a una lastra
in bianco e nero.
Da brava radiologa
l’ho analizzata.
Era sana, usciva viva
dalla marea dei colori scuri.
Era il mio passaporto per la vita.
Trapassata da una luce
mostrava sicurezza di linee.
Cercavo la verità in quella pellicola
volevo afferrarne il senso…..
Se era lei la mia anima.
Per un momento ho creduto di si
anche se così scheletrita
in quella radiografia dava il meglio di se.
Non c’era il cielo ma un buio tetro
e se la luce d’una lampada non l’avesse
illuminata lei non sarebbe esistita.
La mia fantasia l’ha resuscitata
dal vuoto dell’universo
l’ha personalizzata.
Lei non si sente offesa
anche se chiusa in una radiografia
mi regala sempre bellissime emozioni.
Mirella Narducci
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