Trovo il tempo
di guardarmi allo specchio
in quell’impietoso vetro
che non ha nessuna colpa.
Mi osservo nella penombra
c’è qualcosa di curioso
infantile nel mio corpo.
Nella nudità indifesa
si nasconde una scaltrezza
istintiva fatta di acume
di presentimenti.
Unica difesa del corpo
sempre in lotta impari col tempo.
Fissavo la mia immagine
volevo dirle qualcosa
ma le frasi venivano recitate
senza pronunciarne le parole.
Un dialogo fra sordi.
Non ha maschere il cuore.
Chiusa all’interno d’un recinto
la mia vita scorre fra sogno e delirio.
Cercavo nello specchio
l’evasione dalla realtà.
Non ero io a voler fuggire ma l’anima
una volta libera poi sarebbe rientrata
nei ranghi, vivendo ogni giorno
come se nulla fosse accaduto.
Lo specchio questo voleva dirmi.
Mirella Narducci
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