Ho aperto la stanza dei ricordi
decisa a far entrare luce su oggetti
antichi, da mill’anni nascosti.
Lettere d’amore, poesie
ciocche di capelli chiusi
in una cripta una fossa comune
dove c’è di tutto…
e se guardi bene i rimorsi
come lunghi vermi
vi strisciano attorno.
Su un macrabo proscenio i ricordi
si accalcano mandano i profumi
del passato e il pensiero intristisce
ferendo il cuore.
Presto chiudi la porta che il vento
non l’apra e non lasci te
una sfinge che resiste alle tempeste
dimenticata in quel deserto d’umanità
che perduto ha le mappe e indifferente
non ti cerca e non ascolta quel pianto
che nel tramonto si perde lontano.
Mirella Narducci
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