Dal dolore nascono le poesie più belle
e non c’è amarezza più grande
di quella che spegne ogni speranza.
Gli angeli in silenzio cinti
da sussurrate preghiere
da pianti rassegnati ti hanno rapito.
Nel tragico letto hanno lasciato
un corpo devastato, consumato
da un’ agonia feroce.
Quel sorriso che tante volte
ho spiato non c’è più
amaro ricordo e rabbia
per una sofferenza ingiusta
che hai portato nel tuo corpo
fino all’ultimo giorno.
Quante domande, quanti rimpianti
il tuo patire è rimasto
nelle mie notti insonni
a risvegliare il dolore
a ricordare il passato vivo.
Nella tua preghiera, il mio nome
che ultimo dal tuo labbro
volò verso il cielo.
Perdono! Per non aver capito l’attimo
del tuo addio quando ti vegliavo.
Avevo paura del momento terribile
che mi coglieva inerme di nessun aiuto.
Con la testa nella sabbia
il mio cuore s’è frantumato
quel 25 Maggio 1991.
E’ la ferita di Prometeo che si chiude
e si riapre all’infinito!
Mirella Narducci
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